Educare figli felici.
Come insegnare ai bambini a gestire le emozioni
Le emozioni sono reazioni dovute a
stimoli esterni, capaci di generare nei bambini modifiche di natura
comportamentale, cognitiva e fisiologica, tra cui aumento del battito
cardiaco, della respirazione, della pressione arteriosa, mutamenti dell' espressione del viso e del tono della voce.
Tutte questi mutamenti possono creare
ai bambini stati di disagio in quanto sensazioni nuove ed ancora non
mappate nel loro sistema comportamentale. pertanto più il bambino è
piccolo, tanto meno sarà la sua esperienza del mondo delle emozioni e tanto maggiore potrà essere il suo disagio nell'affrontare nuove emozioni..
Poter educare il bambino a reagire in
modo appropriato alle emozioni garantirà sicuramente ai vostri figli
una riduzione dello stress ed una possibilità di aumentare il loro
livello di benessere.
E' responsabilità dei genitori educare
i propri figli ad essere felici insegnandogli a gestire le proprie
emozioni ed aumentando il loro livello di consapevolezza.
Esistono numerose tecniche per
raggiungere questo obiettivo esempio la meditazione, le favole
educative ed l'innovativo metodo "Figli Felici" di DeboraConti in cui l'esperta di Programazione Neurolinguistica descrive nel
suo nuovo libro "Il Linguaggio Emotivo deiBambini" le tecnica impiegata, completa di tutte le indicazioni
dello Yale Parenting Center.
Nel libro il metodo "Figli Felici", Debora Conti in dettaglio svela quali frasi, toni, e
gesti utilizzare per entrare in rapport con i bambini (cioè
sintonizzarsi con i bambini) ed a comunicare in modo efficace con i vostri bambini, al fine di aiutarli a gestire soprattutto le
emozioni negative come: tristezza, paura, rabbia, delusione e parimenti anche come e quando
consolarli, premiarli e rassicurarli.
La PNL ci insegna che per sintonizzarsi
con il proprio bambino o chiunque altro, occorre imparare ad
ascoltare con le orecchie (parole e tono), con gli occhi
(espressioni), con empatia cercando di vedere quella situazione con
gli occhi del bambino evitando di rispondere in modo critico a
qualunque situazione.
Il compito di ogni genitore è di
insegnare ai propri figli a conoscere gli stati d'animo delle
emozioni per poterle poi riconoscere e gestire.
Ricordiamo che EMOZIONE è una parola
latina è vuol dire “Via da” o “Verso a” cioè una tendenza
ad agire “allontanandosi da ...” o “dirigendosi verso a ...”
Un'altro aspetto molto importante che
la traniner di PNL Debora Conti spiega nel suo libro e quando, come e
perchè "dire di no" al bambino.
Gli educatori esperti conoscono
l'importanza del come e quando “Dire No ai bambini” per una corretta educazione degli stessi.
Educare un bambino significa si tirar
fuori le sue capacità ma nello stesso tempo dare delle linee guida
al suo sviluppo cognitivo.
Soddisfare ogni richiesta del proprio
bambino è assolutamente diseducativo e dannoso per lo sviluppo del
bambino in quanto educare un bambino significa anche fargli capire
che non può fare, o avere, tutto quello che vuole in quanto ci sono
cose che si possono fare e cose cose che non si possono fare, inoltre
che la nostrà libertà finisce dove inizia quella del vicino, che
alcune cose fanno male e non subito se ne può essere consapevoli
perchè la propria conoscenza si accresce nel tempo, e pertanto necessario che il bambino si fidi ciecamente dei consigli dei propri educatori.
Tutte queste cose
vanno fatte conoscere già dai primi anni di vita del bambino perchè
è più facile che il bambino le recepisca come veritiere.
Altra regola di fondamentale
importanza è quella di essere sempre coerenti con quello che si
dice, pertanto l'educatore deve imparare come e quando dire NO per
non incorrerre in deliteri errori di incoerenza che creerebbero forti
disorientamenti nel bambino e nel sua corretta educazione.
Nel momento in cui si impone un divieto
e fondamentale la comunicazione non verbale cioè il tono della voce,
la posizione del corpo, lo sguardo e la necessità che il bambino
guardi negli occhi il suo educatore oltre che chiedere sempre cosa si
è detto al bambino per fissare il concetto nel subconscio, e secondo l'età del bambino chiedere anche il perchè
secondo lui si è detto NO ad una sua richiesta o si è data una
punizione.
Spesso, sopratutto I maschietti, super
agitati, presi dal loro movimento non pongono attenzione alle parole
del proprio educatore, ecco che a questo punto è importante
richiamare l'attenzione e lo sguardo con un sonoro battito di mani in
aria interropendo l'attività svolta dal bambino fintanto che non
abbia ripetuto tutto quello che si è detto guardando negli occhi il
proprio educatore.
Per concludere dopo un deciso NO e dopo aver
dato la spiegazione della negazione ed aver ricevuto il riepilogo del bambino
è di fondamentale importanza essere prepositivi indicando la via che doveva essere
eseguita, per non incorrere nell'errore di dire sempre e solo NO e di
ripetere solo quello che NON va fatto o NON va detto, in quanto questo atteggiamento di continua negazione creerebbe di riflesso nel bambino un
atteggiamento di negazione verso tutto, proprio come i suoi
educatori fanno con Lui.
Per ricapitolare non fermamiamoci
soltanto al dire NO, ma insegnamo le cose da fare, e soprattutto
impariamo a gratificare, in quanto insegna ed educa più 1 complimento che 100
rimproveri.
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