domenica 15 marzo 2015

Gestione delle emozioni per Figli Felici

Educare figli felici.

Come insegnare  ai bambini a gestire le emozioni

Le emozioni sono reazioni dovute a stimoli esterni, capaci di generare nei bambini modifiche di natura comportamentale, cognitiva e fisiologica, tra cui aumento del battito cardiaco, della respirazione, della pressione arteriosa, mutamenti dell' espressione del viso e del tono della voce.
Tutte questi mutamenti possono creare ai bambini stati di disagio in quanto sensazioni nuove ed ancora non mappate nel loro sistema comportamentale. pertanto più il bambino è piccolo, tanto meno sarà la sua esperienza del mondo delle emozioni e tanto maggiore potrà essere il suo disagio nell'affrontare nuove emozioni..

Poter educare il bambino a reagire in modo appropriato alle emozioni garantirà sicuramente ai vostri figli una riduzione dello stress ed una possibilità di aumentare il loro livello di benessere.
E' responsabilità dei genitori educare i propri figli ad essere felici insegnandogli a gestire le proprie emozioni ed aumentando il loro livello di consapevolezza.
Esistono numerose tecniche per raggiungere questo obiettivo esempio la meditazione, le favole educative ed l'innovativo metodo "Figli Felici" di DeboraConti in cui l'esperta di Programazione Neurolinguistica descrive nel suo nuovo libro "Il Linguaggio Emotivo deiBambini" le tecnica impiegata, completa di tutte le indicazioni dello Yale Parenting Center.

Nel libro il metodo "Figli Felici", Debora Conti in dettaglio svela quali frasi, toni, e gesti utilizzare per entrare in rapport con i bambini (cioè sintonizzarsi con i bambini) ed a comunicare in modo efficace con i vostri bambini, al fine di aiutarli a gestire soprattutto le emozioni negative come: tristezza, paura, rabbia, delusione e parimenti anche come e quando consolarli, premiarli e rassicurarli.

La PNL ci insegna che per sintonizzarsi con il proprio bambino o chiunque altro, occorre imparare ad ascoltare con le orecchie (parole e tono), con gli occhi (espressioni), con empatia cercando di vedere quella situazione con gli occhi del bambino evitando di rispondere in modo critico a qualunque situazione.
Il compito di ogni genitore è di insegnare ai propri figli a conoscere gli stati d'animo delle emozioni per poterle poi riconoscere e gestire.
Ricordiamo che EMOZIONE è una parola latina è vuol dire “Via da” o “Verso a” cioè una tendenza ad agire “allontanandosi da ...” o “dirigendosi verso a ...”
Un'altro aspetto molto importante che la traniner di PNL Debora Conti spiega nel suo libro e quando, come e perchè "dire di no" al bambino.
Gli educatori esperti conoscono l'importanza del come e quando “Dire No ai bambini” per una corretta educazione degli stessi.
Educare un bambino significa si tirar fuori le sue capacità ma nello stesso tempo dare delle linee guida al suo sviluppo cognitivo.

Soddisfare ogni richiesta del proprio bambino è assolutamente diseducativo e dannoso per lo sviluppo del bambino in quanto educare un bambino significa anche fargli capire che non può fare, o avere, tutto quello che vuole in quanto ci sono cose che si possono fare e cose cose che non si possono fare, inoltre che la nostrà libertà finisce dove inizia quella del vicino, che alcune cose fanno male e non subito se ne può essere consapevoli perchè la propria conoscenza si accresce nel tempo, e pertanto necessario che il bambino si fidi ciecamente dei consigli dei propri educatori. 
Tutte queste cose vanno fatte conoscere già dai primi anni di vita del bambino perchè è più facile che il bambino le recepisca come veritiere.
Altra regola di fondamentale importanza è quella di essere sempre coerenti con quello che si dice, pertanto l'educatore deve imparare come e quando dire NO per non incorrerre in deliteri errori di incoerenza che creerebbero forti disorientamenti nel bambino e nel sua corretta educazione.
Nel momento in cui si impone un divieto e fondamentale la comunicazione non verbale cioè il tono della voce, la posizione del corpo, lo sguardo e la necessità che il bambino guardi negli occhi il suo educatore oltre che chiedere sempre cosa si è detto al bambino per fissare il concetto nel subconscio, e secondo l'età del bambino chiedere anche il perchè secondo lui si è detto NO ad una sua richiesta o si è data una punizione.
Spesso, sopratutto I maschietti, super agitati, presi dal loro movimento non pongono attenzione alle parole del proprio educatore, ecco che a questo punto è importante richiamare l'attenzione e lo sguardo con un sonoro battito di mani in aria interropendo l'attività svolta dal bambino fintanto che non abbia ripetuto tutto quello che si è detto guardando negli occhi il proprio educatore.

Per concludere dopo un deciso NO e dopo aver dato la spiegazione della negazione ed aver ricevuto il riepilogo del bambino è di fondamentale importanza essere prepositivi indicando la via che doveva essere eseguita, per non incorrere nell'errore di dire sempre e solo NO e di ripetere solo quello che NON va fatto o NON va detto, in quanto questo atteggiamento di continua negazione creerebbe di riflesso nel bambino  un atteggiamento di negazione verso tutto, proprio come i suoi educatori fanno con Lui.

Per ricapitolare non fermamiamoci soltanto al dire NO, ma insegnamo le cose da fare, e soprattutto impariamo a gratificare, in quanto insegna ed educa più 1 complimento che 100 rimproveri.

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